Anche l’avvocato ha diritto ad essere pagato.
Cari lettori,
da una prima lettura del titolo questo breve articolo potrà apparire polemico, ma in realtà vogliamo solo provare a spiegare il motivo per cui un professionista deve essere pagato per l’attività che svolge.
Innanzitutto partiamo dal presupposto che chi si rivolge all’avvocato ha un problema da risolvere.
Per esaminare la questione che volete sottoporre all’avvocato, quest’ultimo deve ovviamente mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze (anni di studio e di esperienza).
È il suo lavoro.
L’avvocato fornirà la consulenza richiesta illustrando i diversi scenari che si prospettano e le relative attività da intraprendere. Per fare ciò dedica il proprio tempo e mette a disposizione le proprie competenze: perché dovrebbe farlo gratis?
Squilla il telefono in studio.
“Studio legale buongiorno”, “Sì buongiorno posso parlare con un avvocato, ho un problema”, “Guardi l’avvocato non rilascia pareri telefonici, se vuole può scrivere per fissare un appuntamento che ovviamente ha un costo”, “Ah, ma avrei solo una domanda veloce da porgli, poi va bene, scrivo per fissare un appuntamento, ma se intanto posso parlargli”.
Quando invece si prenota una visita medica, che molto spesso ha breve durata (nemmeno mezz’ora), quasi mai nessuno chiede già al telefono il costo della prima visita o, comunque, prenota senza nulla aggiungere oltre ad indicare il proprio nome e cognome e recapito telefonico.
Si attende poi il giorno della visita per spiegare il proprio problema al dottore specialista (che quasi sempre viene alla fine salutato con un sorridente “Grazie mille dottore!”) e si paga la consulenza ricevuta.
Tornando all’avvocato, mettiamo poi il caso che alla consulenza in studio segua la redazione di una lettera da inviare per conto del cliente.
Queste le domande “ma la lettera è compresa nell’appuntamento che abbiamo fatto?” oppure “Avvocato però, cosa avrà mai fatto, una letterina!”. Eh no, quella che viene chiamata letterina ha comportato tempo ed utilizzo delle proprie competenze, acquisite con lo studio e l’esperienza.
Proprio come fa il dottore, che ti prescrive esami da fare, medicine e che ti fissa poi un altro appuntamento per “rivedersi” e fare il punto della situazione, pagando ovviamente.
Si potrebbe obiettare che il dottore sia una figura più importante perché in gioco c’è la salute.
Sì è vero, tuttavia dal momento che chi si rivolge ad un avvocato ha un problema, per risolvere il quale è proprio necessario l’intervento e l’assistenza di quest’ultimo (altrimenti verrebbe gestito in autonomia senza bisogno del professionista), il tempo e l’attività che lui svolge va remunerata.
Quindi, per tornare al titolo di questo articolo, pensate banalmente che quando andate al supermercato nessuno vi farebbe uscire da lì se non pagate anche solo una caramella.
Perché un professionista dovrebbe invece lavorare gratis?
Detto ciò, scegliete un avvocato con il quale instaurare una certa empatia e nutrire un senso di fiducia.
Se è onesto e competente, vi dirà se il vostro problema può avere una soluzione, se avete torto vi sconsiglierà di intraprendere determinate azioni, in altri casi vi suggerirà come poter fare ciò che intendete intraprendere mettendovi al riparo da possibili problemi futuri.
Come disse qualcuno: “Ama il tuo avvocato. Lui, dopo tua madre, è l’unico capace di difenderti senza crederti”.